Nel vocabolario della giunta comunale di Fano la parola programmazione proprio non esiste. Siamo alle solite. Ogni qual volta il governo di Fano si trova ad affrontare un progetto, un piano, una politica di lungo respiro assistiamo all’abdicazione dell’interesse generale a favore di quello privato o piuttosto del mero consenso. Al solito a pagarne le conseguenze è la nostra città, rovinata irrimediabilmente. La vicenda dello zuccherificio rispecchia fedelmente quanto appena detto. Nel prima di Aguzzi ci si è interrogati sul come “sfruttare” l’area risorsa dello zuccherificio alla ricerca di un’opportunità di riconversione e riqualificazione del territorio. Poi, nel primo Aguzzi tutto il dibattito si è concentrato su come trovare il modo di cementificare il più possibile. Allo zuccherificio si è scelto di non scegliere, lasciando la vecchia destinazione edificatoria che prevedeva capannoni. Il motivo dello stop a qualsiasi riqualificazione dell’area è stato, parole del sindaco, “ce l’ha chiesto il privato”. Possiamo lasciare da parte le ragioni del privato, ma non possiamo fare altrettanto per l’amministrazione pubblica che si arrende supinamente. Risultato: una schiera di capannoni a qualche centinaia di metri dal mare. Ora il privato, sempre seguendo i propri interessi, richiede una cambio di destinazione d’uso per