La vita infatti è di chi la vive, non dello Stato. Sul confine tra la vita e la morte, la scelta di proseguire o meno cure dolorose e senza speranza deve restare responsabilità di ogni singola persona. La libertà personale, in questa sfera, è tra le più preziose e nessuno può costringerci a rinunciarvi.
In questo senso la straordinaria testimonianza umana e civile incarnata da Beppino Englaro si incrocia - non a caso - con una battaglia comune a difesa della Costituzione Repubblicana, violata a suo tempo da un tentativo brutale e cinico di utilizzare un dramma umano per affermare una concezione autoritaria del potere che richiama l’ambiguo concetto di “Stato etico”.
Per questo come Sinistra Unita abbiamo ritenuto utile presentare e proporre al Consiglio comunale di Fano due diversi ordini del giorno, tra loro tuttavia collegati: il primo per far sì che il Comune di Fano istituisca – come hanno già fatto e stanno facendo tanti altri Comuni italiani – un registro comunale per la raccolta e la conservazione delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (il cosiddetto “testamento biologico”); una seconda per riconoscere la cittadinanza onoraria della nostra città a Beppino Englaro, in considerazione della battaglia di civiltà e di legalità sostenuta con forza e dignità non solo per sua figlia ma per tutte e tutti noi. (Il testo di entrambe le mozioni è consultabile su www.sinistraunitafano.blogspot.com)
Ci auguriamo che su tutti e due i testi sia possibile trovare un’ampia convergenza al momento del voto in Consiglio comunale, poiché pensiamo – non a torto, speriamo – che questa doppia proposta possa incontrare anche nell’ambito politico-amministrativo quel consenso diffuso e trasversale che è facilmente riscontrabile nella società. Certo, gli attacchi strumentali - a volte anche beceri - che in queste settimane ci sono stati rivolti proprio per aver avanzato queste due proposte fanno intravedere una serie di rischi concreti rispetto all’approvazione in sede politica tanto del primo quanto del secondo documento. Tuttavia non abbiamo intenzione di rinunciare a questa battaglia di civiltà e di libertà, che abbiamo iniziato e che continueremo con determinazione. Anche da soli se necessario, perché questa battaglia va combattuta e qualcuno deve combatterla.
(Articolo tratto da "Fano Stampa", Aprile 2010)