venerdì 16 settembre 2011

MASCARIN (SINISTRA UNITA): L’INIZIATIVA DELLA CNA E’ MERITORIA, IL MESSAGGIO COMUNICATIVO E’ DI DUBBIO GUSTO. LEGITTIMO FARLO PRESENTE.

Nessuno ha inteso mettere in discussione né tanto meno offendere chi da anni, e questo è evidentemente il caso della CNA, svolge un ruolo positivo nel nostro territorio non solo nell’ambito economico e occupazionale ma anche in quello civile.
Del resto questa è una delle motivazioni della sorpresa, non solo mia, per la scelta di una campagna comunicativa che poggia su “un'immagine forte, cruda, esplicita”, come ha riconosciuto la stessa CNA, e su un messaggio ambiguo: vogliamo scommettere che se invece di “vittima di un abusivo” lo slogan fosse stato “vittima dell’abusivismo” l’impatto emotivo sarebbe stato minore? La scelta è comprensibile in termini comunicativi, ma discutibile sotto altri.
In questo senso nelle parole di Camilla Fabbri trovo fortunatamente conferma non solo dello spirito, meritorio, che anima l’iniziativa promossa (che nessuno fino a prova contraria ha messo in dubbio) ma anche della comune consapevolezza di essere ricorsi per la campagna comunicativa ad un messaggio forte, forse troppo. Provo a capire, senza pregiudizi, non solo le motivazioni ma anche l’interpretazione che viene proposta, tuttavia rimango convinto – e in queste ore ne ho avuto ulteriore conferma confrontandomi anche con altre persone – che il messaggio richiama un immaginario abbastanza ambiguo che si presta a molte, diverse letture a seconda della sensibilità di chi lo osserva e legge, anche ad alcune che, credo comprensibilmente, possono risultare molto fastidiose. In quest’ottica mi pare corretto ricordare che lo stesso Codice dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria indica che la comunicazione non deve contenere affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali secondo il gusto e la sensibilità dei consumatori e che è un diritto poter far presente secondo la propria sensibilità la cosa. In questo senso credo di poter ribadire, su un piano culturale e non politico, che trovo il messaggio nel suo insieme e l’ambiguità che lo contraddistingue agli occhi non solo miei, di dubbio gusto. Per questo mi piacerebbe potermi confrontare con le rappresentanti della CNA, perché credo aiuterebbe senza fraintendimenti a risolvere possibili equivoci da un lato e a far tesoro di critiche non strumentali dall’altro.