giovedì 9 febbraio 2012

MASCARIN (SINISTRA UNITA): GIORNATA DEL RICORDO, IL COMUNE DI FANO SA COSA METTE SUI PROPRI MANIFESTI?

Che oggi si ricordino le tragedie delle foibe e dell’esodo delle popolazioni giuliane e dalmate è oggettivamente un’importante conquista, perché troppo a lungo queste pagine della storia italiana ed europea sono state relegate ai margini della nostra memoria collettiva, vivendo in ambiti angusti che non sempre ne hanno proposto la memoria in modo obiettivo e imparziale.
In quest’ottica sfugge il perché l’Amministrazione comunale di Fano abbia scelto di onorare la “Giornata del Ricordo” con un manifesto di dubbio gusto che riproduce la fucilazione di alcuni civili sloveni da parte di soldati italiani. La foto è stata scattata il 31 luglio 1942 e rappresenta la fucilazione di cinque abitanti del villaggio di Dane (oggi nel Comune di Loska Dolina, alcune decine di chilometri a sudest di Lubiana) durante un’operazione di rappresaglia dei militari italiani. Le vittime hanno anche un nome: Franc Znidarsic, Janez Kranjc, Franc Skerbec, Feliks Znidarsic e Edvard Skerbec. La loro colpa? Essere sloveni.
Non voglio assolutamente credere che qualcuno abbia voluto manipolare quella terribile immagine pensando di spacciare uniformi italiane per altre e credo – sperando di non essere smentito- che sia stato solo un errore – un grossolano errore – ma resta il fatto che celebrare il ricordo di foibe ed esodo con una delle immagini simbolo dell’occupazione militare italiana della Slovenia (5mila civili fucilati e altri 7mila morti in campi di concentramento italiani) è assai discutibile, a maggior ragione se nelle prossime celebrazioni le tragedie dei confini orientali non saranno – come quasi sempre avviene - colte e ricostruite nella loro completezza.
Cogliere la complessità di quelle vicende nell’arco di oltre vent’anni infatti non solo non sminuirebbe minimamente l’orrore delle foibe e il dramma dell’esodo ma anzi conferirebbe a queste due drammatiche pagine della Storia italiana un valore civile se possibile ancora maggiore, sottraendole alla retorica patriottarda e consegnando invece alle nuove generazioni, italiane ed europee, una memoria carica di significato e di insegnamenti: le dittature, i nazionalismi, la guerra, il razzismo sono oggi come allora i mostri generati dal sonno della ragione. Forse vale la pena ricordarlo.